can

(plur. cani, al Borgo e a Castelnuovo anche cagni, se riferito a persone cagni anche nel distretto di Strigno: per es. cagni da ua!) – cane; cane (strumento), anche per tenere ferme le bore sul carro. 1657: Due cani da Pinter (Inventario di Castellalto [Telve]: Morizzo III 295). – Can da ferma – cane da fermo; Can da tasso – cane da tassi. Solo comè n can – solo com’un cane. N poro can – un povero diavolo. Trarse ai cani – maravigliarsi di molto. Èstre fortunà comè n can in ceʃa – esser fortunato come i cani in chiesa. A costo de magnàr n can col pelo – a ogni costo, vorrei andare a pascer l’erba come le bestie, mi farei frate piuttosto. Proverbi: Co se nòmina n can, l’è poco lontàn – Persona rammentata per via va! – I cani passui no i pensa ai famai (riferito a bestie). – Nomi antichi: 1279: Bonainsegna dictus cane (Suster, Le origini, p. 98); 1289: Joanne Cane Pecelo qu. Ausuganii (Montebello, p. 41 dei doc.); 1311: CanBrutum (Morizzo I 78); 1398: Antonio dicto Caneduro (ivi 167). V. can da dìole ecc.

Angelico Prati, Dizionario Valsuganotto, Istituto per la collaborazione culturale Venezia – Roma, 1960 (prima edizione);

Angelico Prati, Dizionario Valsuganotto, Istituto per la collaborazione culturale Venezia – Roma, 1977 (ristampa anastatica);

Angelico Prati, I Valsuganotti (La gente d’una regione naturale) – Dizionario Valsuganotto. Ecomuseo della Valsugana – Ecomuseo del Lagorai, Croxarie, Litodelta, 2023.

NOTA EDITORIALE

Il sito web conserva tutte le peculiarità grafiche (ò e à voci del verbo avere; l’accento nell’avverbio , su parole sdrucciole quali l’aggettivo vèneto, acuto su í e ú, grave nella negazione ), fonetiche (credenseFieme) e morfologiche (la Brentadella Fèrsina) della prima edizione del testo, più o meno invalse all’epoca o dovute all’uso personale dell’autore nel primo e nel terzo caso o all’interferenza dialettale nel secondo. Tale criterio è parso il più adeguato, a maggior ragione considerato il «tetragono attaccamento […] alle proprie peculiarità, fino alle virgole» di Angelico Prati. Si mantengono tali e quali anche tutte le rappresentazioni grafiche dei fonemi, con i relativi segni diacritici, e le abbreviazioni relative a libri, riviste e varietà linguistiche, il cui scioglimento, se non immediato, appare nel complesso agevole sulla base del contesto e dei riferimenti bibliografici citati più estesamente dall’autore.