cavàr

cavare, levare; strappare; sradicare; attingere (vino ecc.); spillare; andare alla coscrizione (v. cava). Cavàr l bilgeto – pigliare il biglietto (per il treno). Cavàr patate – raccogliere patate. Cavàr sàngue – cavar sangue. 1589: sin che non serrà cavado fuori le frue (dalle campagne) (Regola Agnedo, c. 6); 1651: sino che sarano cavate le frue (Appendice alla stessa). V. anche s. cenʃo, e descavare (ant.). – Cavarse fora – levarsi il vestito; = torse fora (da na socetà ecc.). Cavàrsene le man – lavarsene le mani, cavarsi da qualche affare, impiccio ecc.

Angelico Prati, Dizionario Valsuganotto, Istituto per la collaborazione culturale Venezia – Roma, 1960 (prima edizione);

Angelico Prati, Dizionario Valsuganotto, Istituto per la collaborazione culturale Venezia – Roma, 1977 (ristampa anastatica);

Angelico Prati, I Valsuganotti (La gente d’una regione naturale) – Dizionario Valsuganotto. Ecomuseo della Valsugana – Ecomuseo del Lagorai, Croxarie, Litodelta, 2023.

NOTA EDITORIALE

Il sito web conserva tutte le peculiarità grafiche (ò e à voci del verbo avere; l’accento nell’avverbio , su parole sdrucciole quali l’aggettivo vèneto, acuto su í e ú, grave nella negazione ), fonetiche (credenseFieme) e morfologiche (la Brentadella Fèrsina) della prima edizione del testo, più o meno invalse all’epoca o dovute all’uso personale dell’autore nel primo e nel terzo caso o all’interferenza dialettale nel secondo. Tale criterio è parso il più adeguato, a maggior ragione considerato il «tetragono attaccamento […] alle proprie peculiarità, fino alle virgole» di Angelico Prati. Si mantengono tali e quali anche tutte le rappresentazioni grafiche dei fonemi, con i relativi segni diacritici, e le abbreviazioni relative a libri, riviste e varietà linguistiche, il cui scioglimento, se non immediato, appare nel complesso agevole sulla base del contesto e dei riferimenti bibliografici citati più estesamente dall’autore.