fogo

foco (anche per incendio); foco (casa, famiglia). Belli i fochi che accendono la sera quelli che si trovano sui monti, e impressionanti i fochi della sera del venerdì santo. Si dice far i foghi, e così anche pei fochi artificiali. – Batre fogo – aver il foco nel culo. Ghètu l fogo?, o Ghètu l fogo tel culo?, si dice a chi va, o fa una cosa, in fretta. Ciapàr fogo – prender foco. No ver né fogo, né logo – essere senza casa (di gente misera). Rosso comè l fogo – rosso rosso. – Dugàr al fogo fogheto, giocare a cercar un oggetto nascosto apposta, aiutando chi cerca, colle parole fogheto quando è vicino all’oggetto, fogo quando lo è ancora più, e fogón quando sta per metterci su le mani. – 1506: fogo (Reg. Osped.); 1552: fuogo (Reg. Scur., II 16). [1267: unum moltonem veterem pro unoquoque igne Castelli (Tesino) (Montebello, p. 34 dei doc.)]. In una memoria de la povera Comunità di Torcen, che dev’essere della seconda metà del sec. XVII, è detto che in Torceno c’erano 75 foghi e nei Ronchi 55 (Morizzo III 154). V. anche s. fogolàr.

Angelico Prati, Dizionario Valsuganotto, Istituto per la collaborazione culturale Venezia – Roma, 1960 (prima edizione);

Angelico Prati, Dizionario Valsuganotto, Istituto per la collaborazione culturale Venezia – Roma, 1977 (ristampa anastatica);

Angelico Prati, I Valsuganotti (La gente d’una regione naturale) – Dizionario Valsuganotto. Ecomuseo della Valsugana – Ecomuseo del Lagorai, Croxarie, Litodelta, 2023.

NOTA EDITORIALE

Il sito web conserva tutte le peculiarità grafiche (ò e à voci del verbo avere; l’accento nell’avverbio , su parole sdrucciole quali l’aggettivo vèneto, acuto su í e ú, grave nella negazione ), fonetiche (credenseFieme) e morfologiche (la Brentadella Fèrsina) della prima edizione del testo, più o meno invalse all’epoca o dovute all’uso personale dell’autore nel primo e nel terzo caso o all’interferenza dialettale nel secondo. Tale criterio è parso il più adeguato, a maggior ragione considerato il «tetragono attaccamento […] alle proprie peculiarità, fino alle virgole» di Angelico Prati. Si mantengono tali e quali anche tutte le rappresentazioni grafiche dei fonemi, con i relativi segni diacritici, e le abbreviazioni relative a libri, riviste e varietà linguistiche, il cui scioglimento, se non immediato, appare nel complesso agevole sulla base del contesto e dei riferimenti bibliografici citati più estesamente dall’autore.