gozzo. I me à contà che n’òmo ten cascàr da n’alboro l se à ciapà entro col gòʃo ten rampon e che dopo l’è mòrto. – Star sul gòʃo – stare a cuore (una cosa che rincresce sia successa ecc.). Vernen gòʃo, o pien l gòʃo – essere ristucco (v. anche gnòca). – Gòʃi, soprannome dei Scurelati, dei Castarnovi (anche Cuchi, e Cuciareti), e dei Dospedalòti. A Spera dicono: I gòʃi da Scurèle i maca le padèle, i maca i zocoleti, i gòʃi malideti; i va su par i vignai e i gen dò mèdi strangolai. V. anche maredana, pignata, spòrtola. [I Valsug. 61 – 62].
Angelico Prati, I Valsuganotti (La gente d’una regione naturale), 61-62. …Una gravissima piaga che la Valsugana à in comune colla Feltrina è il cretinismo, del quale, per la nostra valle in particolare, non si occupò nessuno, mentre per la provincia di Belluno rese pubblici dei dati il Facén (Informazioni sul gozzo e cretinismo nelle Alpi venete. Padova, 1864: v. anche Atti dell’Accad. dei Lincei V, XII, 1903).
I caratteri della malattia riguardano il corpo e lo spirito: ma si osservano grandi differenze al riguardo: in certe persone è molto accentuata la deformità del corpo, mentre non ne è molto turbata la mente, anzi sono note certa scaltrezza e certe furberie di taluni cretini (valsug. tati, pori grami).
Essi sono a volte d’aspetto scimmiesco, e poi tutti sordastri, compresi i ragazzi, e certi soggetti sono incapaci di parlare, e interdetti, inetti ad atti civili e a pratiche religiose. Possono essere gozzuti, ma il gozzo è affatto indipendente dal cretinismo, in quanto è difetto di molti del resto ben formati e intelligenti.
II cretinismo è molto diffuso nella nostra valle, e se gli abitanti d’un paese avvertono la quantità di cretini d’altri paesi, senza pensare a quelli del proprio, è per la facilità di vedere i difetti altrui, ma non i propri. Cosí c’è il proverbio che dice: a Ronzegno se marida ògni ordegno, ma a Roncegno stesso rispondono: a Ronzegno se marida ògni ordegno, e de Ronzegno in via ògni porcaría. Ciò a proposito di matrimoni tra disgraziati di corpo.
Per i secoli passati mancano notizie. Solo nel 1585 è ricordata «una povera semplice e muta» (Morizzo II 79).
Dal cretinismo tra noi traggono origine moltissimi aggettivi e titoli col senso di «minchione» ecc., o di «mal formato» e sim., come galèn, tènchene, tònchene, telèn, mèchele, baúco, maúco o màuco, strumento, bambín, màcari, tàngaro, fagòto, salado, gramazo, tamado, macaco, pampalugo, matazo «fantoccio», mazuco, balòta, talòco, bambòzo, tòni, nardo, sèlmo, talpa, talpón, mamaluco, ʃdalmo, mazola, baldón, pendolón, pandòlo, pigòzo, patugo, marmòta, tega, zoco, pagnaca, paneta, sémpio, sèmplice, sempiòldo, tonco, da Ton (paese feltrino), tònda, giampa, ʃdaldora; balèngo, baléngaro, ʃgalèmbro, ʃghèlmene, ʃdambarón, ʃdràmele, panegale. E cosí usano nomignoli speciali pei cretini.
Riporto qui anche una pagina del Frescura (L’altopiano dei Sette Com. Vicent. II 94-95): «Sconosciuto o almeno assai raro è il cretinismo e il gozzo sulle nostre montagne, mentre nella vicina Valsugana, a Telve, p. es., si riscontrano individui affetti da tali infermità. Ora quali si siano le cause speciali o le circostanze diverse, che predispongono al cretinismo e al gozzo, che sia la mancanza di sorgenti, l’assenza dell’iodio nelle acque potabili e l’abbondanza di calcio e di magnesio, oppure la dilatazione dell’aria, la sua rarefazione per effetto dell’altitudine e per conseguenza l’insufficienza dell’ossigeno atmosferico, o la costituzione geologica del terreno o molte di queste cause insieme (v. G. Sormani, Geografia nosologica dell’Italia; Ann. di Stat., s. II, v. VI. Roma, 1881, pp. 159-169), è certo che le condizioni orografiche del suolo intervengono nella patogenesi di tali infermità. E quindi là nella valle ristretta ed umida, dove il fiume ristagna, si trovano gozzuti e cretini, mentre mancano qui nell’altopiano aprico, rischiarato dal sole, aperto a tutti i venti: queste condizioni correggono certo quella insufficienza delle molteplici impressioni de’ sensi, che si osserva ne’ paesi appartati e fuori delle vie di comunicazione, insufficienza, la quale, secondo alcuni (Sormani 160), lascerebbe ottusi i sensi ed il sistema nervoso, per cui il cervello non raggiungerebbe le fasi superiori del suo sviluppo, restando ricco d’acqua e povero di fosforo».
Si aggiunga, in ogni modo, che il cretinismo non attecchisce presso le famiglie civili; per lo piú si manifesta in famiglie povere, e certo i matrimoni tra parenti ne sono una gran causa. Nei paesi piccoli sono quasi tutti piú o meno parenti.
Inoltre si tenga presente che nella pianura vèneta non si presenta che qualche caso raro di cretinismo.
Il distretto politico del Borgo (Valsugana e Lévico) è invece quello che dà il numero piú piccolo di pazzi (49 per 10.000 ab.), mentre il distretto di Trento ne dà 243 per 10.000 abitanti (Battisti 249).
Nella Valsugana è poi molto comune il gozzo, detto gòʃo, e per ischerzo, pignata, mentre goʃana o goʃèra vale «gozzone» e «persona con gozzone» , e goʃeto o goʃanèla «gozzino». Esso porta anche difficoltà alla respirazione, specialmente a quelli che devono camminare in fretta. Gòʃi sono detti gli abitanti di Scurelle e quelli di Castelnovo, del quale si dice pure: Castarnovo longo e streto, te ògni caʃa ghè n goʃeto, ma al presente non è piú cosí, e gozzi abbondano anche in altri paesi. A Spera cosí dicono di quelli di Scurelle: I gòʃi da Scurèle i maca le padèle, i maca i zocoleti, i gòʃi malideti, i va su par i vignai e i gen dó (vengono giú) mèdi strangolai.
La gente crede che le mele cotogne, mangiate, siano causa del gozzo.
I Trentini, al contrario, vanno esenti dal cretinismo e dal gozzo, incominciando dal distretto di Lévico, ma non dovette essere cosí un tempo, se dobbiamo credere a un uomo di Rozzo (Sette Comuni), il quale, in una deposizione del 1559, chiama quelli di Lévico li gosi da Levego (Reich, Notizie e doc. su Lavarone 178). Si ricordi a proposito anche ciò che fu detto a p. 44 di certe vicende dialettali. Nella Valsugana c’è pure quell’altra piaga ch’è la pellagra, comune con altri luoghi delle province di Trento e di Vicenza, dove anzi i distretti di Asiago, di Maròstica, di Tiene, di Bassano e di Vicenza sono segnalati tra i piú desolati dal detto malanno (Frescura II 88). Ma nella Valsugana stessa c’è Roncegno, dove possono andare a curarsi questi ammalati, con quell’acqua arsenicale ferruginosa (v. Brentari I 359-364), e infatti vi vanno anche forestieri pellagrosi (v. Il Bollettino Medico Trent. XXI 125)…