mato

matto, pazzo; falso (di oro, di soldo ecc.). Si aggiunge poi a parecchi nomi di piante per distinguerle da specie simili e più note. [Arch. Glott. XVII 410]. V. inoltre s. carne, óngia, orelògio. – Deventàr mato – (del latte) = deventàr agro; diventar matto; stillarsi il cervello. Deventàr mato (par na ròba) – andar matto (d’una cosa). No stao là tanto a deventàr mato – non mi scervello tanto. – Situ mato? – possibile? – Dugàr da mato – giocare per chiasso. – Saltarghe l mato (a uno) – venire l’estro (a uno). – Proverbio: Coi mati no se fa pati. – La mata – l’acquavite. – V. anche bazzilàr, zinquantàr.

Angelico Prati, Dizionario Valsuganotto, Istituto per la collaborazione culturale Venezia – Roma, 1960 (prima edizione);

Angelico Prati, Dizionario Valsuganotto, Istituto per la collaborazione culturale Venezia – Roma, 1977 (ristampa anastatica);

Angelico Prati, I Valsuganotti (La gente d’una regione naturale) – Dizionario Valsuganotto. Ecomuseo della Valsugana – Ecomuseo del Lagorai, Croxarie, Litodelta, 2023.

NOTA EDITORIALE

Il sito web conserva tutte le peculiarità grafiche (ò e à voci del verbo avere; l’accento nell’avverbio , su parole sdrucciole quali l’aggettivo vèneto, acuto su í e ú, grave nella negazione ), fonetiche (credenseFieme) e morfologiche (la Brentadella Fèrsina) della prima edizione del testo, più o meno invalse all’epoca o dovute all’uso personale dell’autore nel primo e nel terzo caso o all’interferenza dialettale nel secondo. Tale criterio è parso il più adeguato, a maggior ragione considerato il «tetragono attaccamento […] alle proprie peculiarità, fino alle virgole» di Angelico Prati. Si mantengono tali e quali anche tutte le rappresentazioni grafiche dei fonemi, con i relativi segni diacritici, e le abbreviazioni relative a libri, riviste e varietà linguistiche, il cui scioglimento, se non immediato, appare nel complesso agevole sulla base del contesto e dei riferimenti bibliografici citati più estesamente dall’autore.