lìpara

vipera. Lìpara dal còrno – vipera dal corno (Vipera ammodytes). C’è la credenza che na lìpara copaa la se remene in sin che l sole l va a fiorìr. – Su par la montagna le lìpare le è rosse e le è pu velenoʃe, parché l’è pu n defìzzile che le cate da bevre. La lìpara la ghe mete entro la coa te la boca dei toʃati, che la trova arbandonai ten campo o sun pra, parsiò che i trae sù l late che i à ciucià, e cossita la lìpara la poi bévrelo ela. – V. àspio. [I Valsug. 90].

Angelico Prati, I Valsuganotti (La gente d’una regione naturale), 90. …Si dice che una vipera uccisa si dimeni sin che tramonta il sole. La vipera introduce la coda nella bocca dei bambini lasciati soli in campagna, perché vomitino il latte succhiato dalla mamma. Cosí può berlo la vipera. Sui monti le vipere sono rosse e piú velenose, perché è loro piú difficile trovare acqua che nel piano, dove ci sono la Brenta e torrenti (v. anche Marchi, Pregiudizi 145). Le vipere assorbono il veleno dalla terra, cioè l’elettrico di un bello spazio, e le vespe e sim., siccome al solito volano, non possono prendere il veleno dalla terra, e quindi lo pigliano pungendo le bisce…

Angelico Prati, Dizionario Valsuganotto, Istituto per la collaborazione culturale Venezia – Roma, 1960 (prima edizione);

Angelico Prati, Dizionario Valsuganotto, Istituto per la collaborazione culturale Venezia – Roma, 1977 (ristampa anastatica);

Angelico Prati, I Valsuganotti (La gente d’una regione naturale) – Dizionario Valsuganotto. Ecomuseo della Valsugana – Ecomuseo del Lagorai, Croxarie, Litodelta, 2023.

NOTA EDITORIALE

Il sito web conserva tutte le peculiarità grafiche (ò e à voci del verbo avere; l’accento nell’avverbio , su parole sdrucciole quali l’aggettivo vèneto, acuto su í e ú, grave nella negazione ), fonetiche (credenseFieme) e morfologiche (la Brentadella Fèrsina) della prima edizione del testo, più o meno invalse all’epoca o dovute all’uso personale dell’autore nel primo e nel terzo caso o all’interferenza dialettale nel secondo. Tale criterio è parso il più adeguato, a maggior ragione considerato il «tetragono attaccamento […] alle proprie peculiarità, fino alle virgole» di Angelico Prati. Si mantengono tali e quali anche tutte le rappresentazioni grafiche dei fonemi, con i relativi segni diacritici, e le abbreviazioni relative a libri, riviste e varietà linguistiche, il cui scioglimento, se non immediato, appare nel complesso agevole sulla base del contesto e dei riferimenti bibliografici citati più estesamente dall’autore.

Il Dizionario Valsuganotto