ròsta

corso diversivo d’acqua; rivo. 1480: uno molendino cum rosta et aqueductis, vicino a Telve di Sopra; 1516: Ruzis, Rostis; 1526: la Rosta di Castelnuovo; 1539: alveus aquae vulgo dictae la Rosta del Senor, alla Bastia del Borgo (Morizzo I 240, 270, II 316, I fasc. tra p. 256-257); 1651: Che nessuna persona possi levar fuori l’aqua da altre roste ne roze, che dalle consorti (Reg. Agnedo, Append.). [I Valsug. 32].

Angelico Prati, I Valsuganotti (La gente d’una regione naturale), 32. Tra le parole che nel valsuganotto ànno un senso e nel trentino ne ànno un altro sia qua rilevato in particolare ròsta, la quale nel trentino vale «argine», come nel lombardo, mentre nel valsuganotto vale «corso diversivo d’acqua; rivo» (v. Dizion. valsug.), e nel resto del vèneto «pescaia (per deviare l’acqua)»…

Nel 1556 un tale di Roana (Sette Comuni) parla di quelli di Lévico, che adoperavano alberi di bosco per fare roste drio la brenta, a ciò che non andesseno in li molini… (Reich, Notizie e doc. su Lavarone 165). Fra i nomi di luogo vèneti ci sono un torrente Rostón (Tiene), e uno presso l’Ospedale (Valsugana). V. Olivieri, Saggio di topon. ven. 341.

Angelico Prati, Dizionario Valsuganotto, Istituto per la collaborazione culturale Venezia – Roma, 1960 (prima edizione);

Angelico Prati, Dizionario Valsuganotto, Istituto per la collaborazione culturale Venezia – Roma, 1977 (ristampa anastatica);

Angelico Prati, I Valsuganotti (La gente d’una regione naturale) – Dizionario Valsuganotto. Ecomuseo della Valsugana – Ecomuseo del Lagorai, Croxarie, Litodelta, 2023.

NOTA EDITORIALE

Il sito web conserva tutte le peculiarità grafiche (ò e à voci del verbo avere; l’accento nell’avverbio , su parole sdrucciole quali l’aggettivo vèneto, acuto su í e ú, grave nella negazione ), fonetiche (credenseFieme) e morfologiche (la Brentadella Fèrsina) della prima edizione del testo, più o meno invalse all’epoca o dovute all’uso personale dell’autore nel primo e nel terzo caso o all’interferenza dialettale nel secondo. Tale criterio è parso il più adeguato, a maggior ragione considerato il «tetragono attaccamento […] alle proprie peculiarità, fino alle virgole» di Angelico Prati. Si mantengono tali e quali anche tutte le rappresentazioni grafiche dei fonemi, con i relativi segni diacritici, e le abbreviazioni relative a libri, riviste e varietà linguistiche, il cui scioglimento, se non immediato, appare nel complesso agevole sulla base del contesto e dei riferimenti bibliografici citati più estesamente dall’autore.