vecchiaccia. Anche scaràmpia. [I Valsug. 15, n. 18].
Angelico Prati, I Valsuganotti (La gente d’una regione naturale), 15, n. 18. Fu il duca Federico d’Austria ecc., e conte del Tirolo, che si fece conferire la giurisdizione dal vescovo di Feltre Enrico de Scarampis de Ast (Montebello, p. 93 dei doc). L’opinione che si conservi il nome di questo vescovo nell’epiteto valsuganotto scaràmpio, quale esecrazione per l’atto da lui commesso, non à fondamento, perché la parola, che è piú comune al femminile scaràmpia o carampana, unita a vècia, nel senso di «vecchiaccia», à una diffusione tale nell’alta Italia (venez. caràmpia ecc.) da scartare senz’altro la spiegazione accennata. E tutt’altra ne è l’origine. V. Cesarini Sforza, Tridentum III 123; Meyer-Lübke. Rom. etym. Wörterb., N. 4755.