maʃo

casa isolata, di solito con podere annesso. – 1220: pro manso Ungari (Telve) ecc. (Schneller, Trid. Urb. 118, 149); 1298: de uno manso terre jacente in regula Telvi; 1351: ingressus est proprietatis et reditum dicti mansi possessionem corporalem in dictum mansum corporaliter intrando sic hostiam dicti mansi repandando et claudendo, et de terra et fructibus sive frondibus dicti mansi in manibus accipiendo asserendo et protestando se ex nunc non tantum corpore sed etiam animo possidere (Morizzo I 60, 123); 1364: medium mansum terre arative et prative (Montagna di Roncegno) (Montebello, p. 68 dei doc.; cfr. ivi 236 – 237, 239, 250). Maʃo era dunque pure una misura di terra. [I Valsug. 100; Rev. Ling. Rom. XII 89].

Angelico Prati, I Valsuganotti (La gente d’una regione naturale), 100. … Molte sono pure le case isolate dette maʃi, e maʃessi o maʃaroi quelli che vi dimorano. Un tempo maso indicò pure «podere» e una misura di terra (Schneller, Tridentinische Urbare. Innsbruck, 1898, p. 149; Prati. Dizion. valsug. V. anche Marinelli, o. c, 35, nota). Maʃo nel senso di «podere» avrebbe dato il nome ai Maʃi, dove dei novali sarebbero stati coltivati da Mòcheni e altri (Brentari I 342-343)…

Angelico Prati, Dizionario Valsuganotto, Istituto per la collaborazione culturale Venezia – Roma, 1960 (prima edizione);

Angelico Prati, Dizionario Valsuganotto, Istituto per la collaborazione culturale Venezia – Roma, 1977 (ristampa anastatica);

Angelico Prati, I Valsuganotti (La gente d’una regione naturale) – Dizionario Valsuganotto. Ecomuseo della Valsugana – Ecomuseo del Lagorai, Croxarie, Litodelta, 2023.

NOTA EDITORIALE

Il sito web conserva tutte le peculiarità grafiche (ò e à voci del verbo avere; l’accento nell’avverbio , su parole sdrucciole quali l’aggettivo vèneto, acuto su í e ú, grave nella negazione ), fonetiche (credenseFieme) e morfologiche (la Brentadella Fèrsina) della prima edizione del testo, più o meno invalse all’epoca o dovute all’uso personale dell’autore nel primo e nel terzo caso o all’interferenza dialettale nel secondo. Tale criterio è parso il più adeguato, a maggior ragione considerato il «tetragono attaccamento […] alle proprie peculiarità, fino alle virgole» di Angelico Prati. Si mantengono tali e quali anche tutte le rappresentazioni grafiche dei fonemi, con i relativi segni diacritici, e le abbreviazioni relative a libri, riviste e varietà linguistiche, il cui scioglimento, se non immediato, appare nel complesso agevole sulla base del contesto e dei riferimenti bibliografici citati più estesamente dall’autore.

Il Dizionario Valsuganotto