tiràr

tirare; tendere (di colori) (anche trar); sparare. Tiràr (la paga, i sòldi) – riscotere. Tiràr (lana, carmelete, fioreto) – scardassare. Tiràr àrgia – venir dell’aria. Tiràr avanti – sbarcarla, campare. Tiràr dó i altari, o l Sioredìo – essere un bacchettone. Tiràr drito – tirar diritto, tirar di striscio, andar di lungo. Tiràr entro – assorbire. Tiràr fora – dire, addurre cose, ragioni sconvenienti o non a proposito; venir in campo, con ragioni ecc.; cavare, levare; strigare, allargare colle dita i bioccoli di lana (tirar fora lana); accomodare per bene; lavorare (campagna); forviare; traviare. Tira fora – tira giù (a tavola). Tiràr sù – caricare (un orologio); allevare. Tiràr via (l sorgo) = tor via (l sorgo). Tirarghe (a) – sparare a. Tirarse (ten sito) – porsi, mettersi (in un posto). Tirarse ten bèl sitarèlo – porsi in un bel posticino. Tirarse fora, o tirarse sù o solo tirarse – rischiararsi (il tempo). Pena che se tira fora – appena si rischiara. Tirarse indrìo – tirarsi indietro; ritirarsi, rinunziare; non voler fare (un lavoro) (anche tiràr indrìo l culo). Tirarse sù – rimettersi in carne, ristabilirsi; mettersi in condizioni finanziarie buone.

Angelico Prati, Dizionario Valsuganotto, Istituto per la collaborazione culturale Venezia – Roma, 1960 (prima edizione);

Angelico Prati, Dizionario Valsuganotto, Istituto per la collaborazione culturale Venezia – Roma, 1977 (ristampa anastatica);

Angelico Prati, I Valsuganotti (La gente d’una regione naturale) – Dizionario Valsuganotto. Ecomuseo della Valsugana – Ecomuseo del Lagorai, Croxarie, Litodelta, 2023.

NOTA EDITORIALE

Il sito web conserva tutte le peculiarità grafiche (ò e à voci del verbo avere; l’accento nell’avverbio , su parole sdrucciole quali l’aggettivo vèneto, acuto su í e ú, grave nella negazione ), fonetiche (credenseFieme) e morfologiche (la Brentadella Fèrsina) della prima edizione del testo, più o meno invalse all’epoca o dovute all’uso personale dell’autore nel primo e nel terzo caso o all’interferenza dialettale nel secondo. Tale criterio è parso il più adeguato, a maggior ragione considerato il «tetragono attaccamento […] alle proprie peculiarità, fino alle virgole» di Angelico Prati. Si mantengono tali e quali anche tutte le rappresentazioni grafiche dei fonemi, con i relativi segni diacritici, e le abbreviazioni relative a libri, riviste e varietà linguistiche, il cui scioglimento, se non immediato, appare nel complesso agevole sulla base del contesto e dei riferimenti bibliografici citati più estesamente dall’autore.

Il Dizionario Valsuganotto